Le traccia più evidente dell’origine magica del mito è che la quasi totalità delle figure sovrumane che vi sono presenti riuniscono in sé una natura contraddittoria, pre-logica e non semplificabile. Dioniso è il dio dalla doppia nascita, fulcro di una sfrenatezza che rafforza e stordisce; gli Oneiroi, i figli di Notte, popolano il sonno degli umani di sogni ingannevoli e veritieri; Giano è dotato di uno sguardo che abbraccia il passato e il futuro, e così via.
Ma la forma narrativa del mito è già un superamento della dimensione magica: questa crea i presupposti di una direzione privilegiata, percorribile secondo un pensiero logico, all’interno delle proprie contraddizioni. Allora, se la caduta di Icaro non può essere letta esclusivamente come regolamento della hybris, perché il pathos della tragedia si forma proprio nello slancio giovanile e nella ricerca della parte più nobile del cielo, serve tuttavia qualcuno che affermi che quella parte è anche la più pericolosa.
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