Il viaggio dura tre giorni.
Prima di tutto si deve arrivare a Christchurch in Nuova Zelanda, dall’Italia una traversata di ventiquattro ore, ma in fondo nient’altro che una serie di voli di linea. Pensare che da quel momento in avanti non esistono altri collegamenti commerciali, è entrare già in uno stato mentale più incerto.
Il senso precario della parola “spedizione” si comincia a delineare il secondo giorno, quando bisogna fare affidamento sul servizio di trasporto dell’aereonautica militare per sorvolare il Mare di Ross e arrivare in Antartide. Il ponte aereo collega la Nuova Zelanda al punto della costa antartica dove gli italiani hanno fondato una base. Questa è intitolata a uno scienziato che in Antartide ha compiuto più di quindici spedizioni, Mario Zucchelli. Ai chilometri fatti se ne sono aggiunti altri cinquemila.
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