Ci sono molti proverbi che si contraddicono ("Chi fa da sé fa per tre" / "L'unione fa la forza", "Chi la dura la vince" / "Chi litiga con il muro si rompe la testa"), e lo stesso succede con le frasi fatte.
Un esempio è "Prepararsi al peggio" / "Al peggio non c'è mai fine": come è possibile prepararsi alla catastrofe, se questa è solo il punto di partenza di una catastrofe ancora più grave?
Nelle teorie della gestione del rischio si definisce worst-case scenario la situazione peggiore che ci possiamo immaginare. Più precisamente, la situazione più negativa che è possibile estrapolare a partire da un'analisi di tipo razionale.
Ma perché un worst-case scenario sia davvero worst, è probabile che questo presenti al suo interno una parte che non possiamo prevedere, detto altrimenti, portare un'ulteriore cattiva sorpresa ("Non c'è due senza tre!").
E allora prepararsi al peggio, semplicemente, non si può. Non basta la nostra immaginazione, non basta il metodo razionale. Tutta la nostra episteme verrà sempre spiazzata, sia che si basi in modo soggettivo sul "buon senso", come la vulgata popolare, sia che si adoperino gli strumenti oggettivi delle teorie scientifiche.
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