La sera, prima di uscire, controllo di avere in tasca tutto quello che mi serve. La borsa e le chiavi. I miei tre mazzi di chiavi. Lavoro di notte. Quando passo per il centro e faccio i sampietrini (Via delle Botteghe Oscure, Via Nazionale a scendere, Piazza Venezia) le chiavi tintinnano nei pantaloni, quel suono metallico che ormai ho imparato a memoria. Ormai riesco a sapere quale chiave ha sbattuto quale chiave. Sento sempre quel tintinnio. Il loro dialetto metallico, le loro invisibili prese di posizioni. Ma c'è sempre un momento in cui mi fermo, e non sento più quel suono. E tutte le volte, in quel momento, mi chiedo che senso ha lavorare. Mi domando il senso di quello che faccio. E quando finisco e torno a casa, davanti al cancello frugo nella tasca cercando tra le chiavi quella che mi serve. Anche lì ogni tanto qualche dubbio mi viene. |
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