Hamilton caricò la batteria nel portabagagli, mise i piatti nel posto accanto alla guida, poi salì in auto e partì. La prima cosa che fece fu accendere l'aria condizionata. C'erano quattro posizioni per regolare il flusso dell'aria, e lui regolò proprio su quattro. Accese i fari; non era ancora giorno.
Pochi istanti dopo era già sul mare. L'acqua era gialla, sottile e lugubre di schiuma limacciosa come se il mare fosse morto. Vide la sua lingua far prigioniera la spiaggia e lasciare su di essa le morbide fibre vegetali della sua digestione. Ampie curve saline a poco a poco si erano accumulate sul bagnasciuga. In mezzo a quella spiaggia un uomo alto e magro camminava.
Era da poco che si trovava in quella città. Stava andando lentamente nella direzione contraria a dove sarebbe dovuto andare.
La sera prima Harden, il pianista che suonava con lui, era stato irritante al telefono. La sua voce verde zoppicava tra una parola e l'altra, e Hamilton a malapena aveva capito l'indirizzo del posto da quattro soldi in cui avrebbe suonato. Gli aveva chiesto di ripetergli nuovamente il luogo e l'ora dell'appuntamento, ma Harden aveva attaccato. Perciò aveva scritto delle lettere senza senso su un pezzo di giornale ed era salito in macchina. Aveva ore di tempo avanti a sé prima dell'appuntamento.
Arrivò a Santa Monica Boulevard e la percorse tutta. Tagliando Westwood, mentre fiancheggiava i distretti meridionali di Beverly Hills, si accorse che le prime automobili cominciavano a circolare in strada e carpì alla radio qualche informazione sul traffico. Le autostrade sarebbero state completamente inagibili da lì a qualche minuto.
Intanto la temperatura scendeva rapidamente nell'abitacolo. L'aria gelida gli andava direttamente alla gola, sarebbe stato male.
Un'altra scusa - pensò - per non lavorare.
Il collo cominciava a fargli male, decise di aprire il finestrino per fare entrare un po' di aria calda. Fuori c'era un profumo di...
Aveva intravisto le colline di Hollywood per la prima volta mentre andava in direzione nord-est sull'autostrada. Mentre girava a sinistra per Belden e passava attraverso il parcheggio di un centro commerciale, Hamilton si ricordò che poco più avanti era possibile vedere una buona parte di Los Angeles. In realtà non c'è un punto in cui si riesca a percepire l'estensione completa di quel mucchio di villoni che rende l'intera città una fabbrica del vuoto.
Decise di proseguire. Le strade che lo avevano condotto ai piedi di Hollywood adesso erano state sostituite da un dedalo di vie molto più strette e contorte. Da lì, impossibile avamposto della città reticolare e infinita, capì che Hollywood é anch'essa un ammasso di alture senza centro.
- A questo punto tanto vale - pensò - prendere la prima strada che capita.




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filippo rosso


#037

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